lunedì 30 luglio 2012

Come fare surf

Oggi sono andata a fare surf per la prima volta e volevo condividere con voi quello che ho imparato. Imparare a fare surf è un’attività ideale per chi ama il mare e gli sport estremi. Cavalcare le onde ti fa sentire il re del mondo, ed è una sensazione fenomenale, anche se dura pochi secondi. Non è però così semplice come sembra guardando i surfisti in tv. Bisogna essere pazienti, passare tante ore sotto il sole e a contatto con l’acqua, e bisogna seguire determinate regole, o almeno seguire un corso per imparare le basi. In questa mini-guida vi diamo i consigli per iniziare, ma è chiaro che se volete cimentarvi nelle gare, c’è bisogno di un insegnante.
Fase 1: Acquistare la tavola. Più grande è tavola, più è ampia la superficie. E’ più facile stare in equilibrio su una tavola più grande. La tavola dovrebbe essere di almeno 2,74 metri (o 9 piedi, chiamata Longboard), se siete appena agli inizi. È sempre possibile affittare tavole da surf nei negozi vicino alla spiaggia e, a volte, anche direttamente sulla spiaggia stessa. Se siete impegnati ad imparare e volete comprarne una, su internet o nei negozi specializzati c’è un’ampia scelta.


Fase 2: Trovare una spiaggia. Non tutte infatti vanno bene. Scegli una spiaggia con un onde graduali e, almeno all’inizio, di piccole dimensioni. Le onde di circa un metro sono ideali per i principianti. Onde più piccole sono in genere più facili da leggere.


Fase 3: Fai pratica sulla sabbia
. Anche se questo può farvi sentire un po’ stupidi, esercitarvi con la vostra tavola sulla sabbia può farvi risparmiare tempo in acqua. Stendetevi sulla tavola a pancia in giù, fate finta di pagaiare, poi prendete i lati della tavola e spingetevi verso la posizione eretta. I vostri piedi dovrebbero essere un po’ più distanziati rispetto alla larghezza delle spalle, con un piede davanti all’altro (come sullo skateboard o snowboard). Si dovrebbe essere al centro della tavola, in modo che il peso sia distribuito uniformemente. La pratica serve principalmente per il passaggio dalla posizione stesa a quella eretta.
Fase 4: Andare al largo e aspettare. Ora che siete a vostro agio con il movimento, è il momento di provarlo in acqua, su un’onda. Per prima cosa si deve arrivare al largo. In genere si dovrebbe sedere 3-4 metri oltre dal punto in cui si infrangono le onde. Guardati intorno per vedere dove sono gli altri surfisti. Non avvicinarti a loro, ai surfisti non piace e potrebbe essere pericoloso, ma osservali da lontano. Una volta che siete nella giusta posizione, sedetevi sulla tavola. Si dovrebbe avere una gamba su entrambi i lati.
Fase 5: Trova l’onda perfetta (o una che sembra gestibile). Avrai bisogno di affrontare le onde e guardare indietro, oltre la propria spalla, per vedere il suo movimento. Se vedi un onda che ti sembra buona, sdraiati sulla tavola e iniziare a remare verso la riva.
Fase 6: Cavalcare l’onda
. Non appena l’onda si avvicina, sentirete l’acqua sotto di voi che si gonfia. Teoricamente bisognerebbe prendere l’onda prima che arrivi, ma va bene anche il momento in cui è sotto di voi. Il tempismo è importante, questa può essere la parte più difficile del surf. Ci vuole solo un po’ di pratica. Una volta “presa” l’onda, verrete catapultati verso riva.


Fase 7: Alzarsi. Una volta che hai preso l’onda, sollevati immediatamente. Qui metterai in pratica ciò che hai imparato sulla spiaggia con la posizione dei piedi e delle gambe. Tenere le ginocchia piegate per rimanere in equilibrio. Se si sta andando troppo in avanti o indietro potreste cadere. Tenere l’equilibrio allargando le braccia. Utilizzare il grip sulla parte superiore della tavola per mantenere stabili i piedi. Più si sta bassi e più si rimarrà saldi.

Ora che avete imparato, non vi resta che fare pratica.

martedì 17 luglio 2012

Cos'è un B-Boy?Ve lo diciamo noi!!E molto altro!!

Il termine B-boy indica originariamente un ballerino di breakdance. Nel corso del tempo, il termine è stato usato nell'accezione più generale che include chiunque faccia parte dell'area della cultura hip hop. Il termine breaker, in origine un sinonimo, mantiene il significato iniziale, ed è stato coniato il termine b-girl per riferirsi alle ragazze.

Etimologia

Il termine b-boy fu probabilmente coniato a New York nel 1969 da DJ Kool Herc. Durante le sue performance come DJ era solito urlare "b-boys go down!", con cui invitava i ballerini di breakdance ad iniziare. Il 1969 fu anche l'anno in cui James Brown registrò "Get on the Good Foot", una canzone che promosse una forma di ballo molto energica e acrobatica, e che, secondo Afrika Bambaataa, portò alla breakdance (Toop, 1991). Molti breaker oldschool preferiscono essere chiamati b-boy. "B-boy" era il termine originario che indicava i ballerini di strada, sebbene "breakdancer" o "breaker" è oggi più comune, anche per essere stato frequentemente usato dai media.
B-boying potrebbe derivare dal termine africano "Boioing", riferito allo stile "saltato"(bouncing) che avevano i giovani afroamericani negli anni settanta. In quel periodo inoltre, si era solito ballare con cappelli da neve che avevano la classica "pallina" di lana che saltellava continuamente durante il ballo. La "B" in B-boy non ha un riferimento preciso. Può stare per "break","breakbeat", "bronx", "boogie". Uno dei pionieri dell'hip hop come Dj Kool Herc, nel documentario The Freshest Kids (2001), dice che la "B" sta per "BROKE". Herc analizzava il fatto che lui e i suoi b-boys, fossero considerati "fuori di testa" (broke) poiché ripetevano lo stesso breaks e ci ballavano sopra.
Nel documentario The Freshest Kids, tuttavia, lo stesso DJ Kool Herc propose una diversa ipotesi sull'origine, suggerendo il rapporto tra il termine in slang break ed i complimenti alle qualità esplosive dei breaker. Inoltre lui e i suoi B-boys erano definiti "the boy who broke" (il ragazzo che era uscito di testa) poiché, comprando i dischi in doppia copia, passava da un disco all'altro ripetendo la stessa parte musicale, creando i primi Breakbeat.

Caratteristiche 

Il B-boy praticando una disciplina come la breakdance a metà strada fra ballo e danza, non è da considerarsi propriamente un "semplice ballerino". Un b-boy anche quando non balla, segue lo stile di vita del movimento hip hop. Inoltre quando è di fronte a una sfida egli diventa un "guerriero" e la componente aggressiva vale tanto quanto quella artistico/espressiva. Jeff Chang, nel suo libro "Can't Stop, Won't Stop", titola un capitolo dedicato allo sviluppo del breaking:"B-boying: style as aggression" (B-boying: stile come "aggressione"). Egli ipotizza che l'essere un B-boy, nei primi anni settanta, fosse l'evoluzione "non violenta" dell'essere membro di una gang.
In questo senso un breaker (o Breakdancer) è un semplice "ballerino" di breakdance, che non segue la cultura hip hop, ma ne pratica solo una disciplina (la breakdance).

B-Boying

Il B-boying è uno stile dinamico di danza. Il "breaking" (Il termine breakdancer - spesso contratto in breaker - si è originato dai danzatori delle feste animate da Kool Herc, che eseguivano i loro migliori movimenti sui breaks dei pezzi selezionati) è il primo stile creatosi per quanto riguarda la danza hip hop, a cui ben presto si aggiunsero molti altri stili, che, a differenza del breaking (nato da passi della capoeira), si formarono su ritmi tipicamente funky. Tra i maggiori ricordiamo il "popping", il "locking", il "boogaloo", il "tutting". Era comune durante gli anni '70 - '80 vedere gruppi di persone con una radio su campi di basketball, marciapiedi e simili, esibirsi in shows di breakdance per un pubblico anche vasto.
Al giorno d'oggi possiamo osservare l'evoluzione dell'hip hop, che va dall'"house" al "Krumping", fino al newstyle hip hop in generale.
La danza new style proviene dal breakdancing, ma non consiste esclusivamente in movimenti tipici della breakdance. Diversamente da altre forme di danza, che sono spesso strutturate, la new style ha poche (o nessuna) limitazioni di posizione o di passi. La grande differenza tra new style e breakdance è che la new style si balla generalmente in piedi invece la breakdance ha si dei passi in piedi (intesi come "caricamenti" per le acrobazie), ma, generalmente, si balla "per terra". La breakdance si diffuse dall'America all'Europa, poi in tutto il mondo. La danza hip hop è in continua evoluzione: dapprima ballata sulle comuni ottave della musica, essa è ora costruita sulle parole "rappate" dai rappers nelle canzoni, dando così molta più possibilità di inventiva ad un ipotetico coreografo. La musica Dubstep ha inoltre contribuito a questo sviluppo, essendo essa caratterizzata da suoni "tempestivi" e decisamente particolari che, come per le parole nelle canzoni, danno molto spazio alla fantasia di chi sceglie di utilizzarne dei pezzi per ballarci sopra.

 

venerdì 13 luglio 2012

Come fare la valigia: risparmia spazio in 10 mosse

Prima di tutto, preparate una lista di cose da non dimenticare. Lo potete fare anche online, con l'aiuto del "maggiordomo virtuale" Universal Packing List (in foto, la prima schermata).
Più la lista è dettagliata, meglio è: prima di scegliere quali indumenti inserire è bene dare un’occhiata al meteo della destinazione per avere un’idea delle temperature locali (anche di notte).
 Considerando di indossare due look per ogni giorno di vacanza (by day e by night), cercate di raggiungere il traguardo con il minor numero di capi al giorno, puntando sull’interscambiabilità e su indumenti furbi: un abitino sostituisce pantaloni + top in metà spazio, una maglia in jersey si sciupa molto ma molto meno di una in cotone o lino.
Una volta fatti gli abbinamenti, mettete tutto in fila: con un solo colpo d'occhio avrete un'idea più precisa di quanto spazio vi occorre. Compagnie aeree permettendo.
Scegliete la valigia più adatta al tipo di viaggio, tenendo conto dei mezzi di trasporto che utilizzerete e delle caratteristiche del luogo.
Un trolley è perfetto per spostarsi senza fatica in aereo e in città, ma se la vostra meta è un paesino arroccato sul monte di un'isoletta, sicuramente è meglio lo zaino.
Anche la dimensione della valigia merita una riflessione: la maxi bag formato famiglia può entrare nel bagagliaio dell'auto o del pullman, ma non nello scompartimento di un treno. E rischia di pesare come un macigno: meglio suddividere.
Anche se state partendo per i Tropici, non dimenticate mai un golf, una giacca impermeabile, un paio di scarpe chiuse e diverse paia di calze.
Completano la lista dei “mai più senza” un kit per il pronto soccorso da viaggio (comprensivo di repellenti per insetti), un detersivo per il bucato in formato mignon, un adattatore universale per la corrente (si trovano anche in aeroporto), qualche busta di plastica e qualche penna.
 Tasto dolente per ogni donna, al momento di riempirlo sembra che l’intero contenuto del bagno sia diventato indispensabile. Ma non lo è.
Bastano una crema solare e un buon doposole (che funge anche da crema per viso e corpo), uno shampoo/doccia, un deodorante, spazzolino e dentifricio, salviettine idratanti usa e getta.
E per il make up, una terra abbronzante formato pocket (anche come ombretto), un mascara e un gloss. Il resto lo farà il sole…
Quando l’intera lista è stata spuntata e il suo contenuto si trova a portata di mano (o sparso sul letto), è il momento di riempire.
Cominciate dal fondo inserendo le scarpe, riposte in sacchetti di plastica per proteggere i vestiti, non prima di averle riempite con piccoli oggetti come cinture, sacchetti portagioie o caricatori per elettrodomestici, per non sprecare centimetri preziosi.
 Proseguire con gli indumenti che si sciupano meno, come jeans e pantaloni. Una tecnica alternativa è quella della valigia ad hamburger: si posiziona all’interno la metà alta del pantalone (dalla vita al ginocchio), si crea uno strato di imbottitura con maglioni e t-shirt, quindi si piega la seconda parte del pantalone (dal ginocchio in giù) come per chiudere il panino.
Lo stesso si può fare con le felpe più voluminose, lasciando per ultima parte della schiena ed il cappuccio.
Per sfruttare al meglio ogni centimetro a disposizione, l’inserimento degli indumenti deve avvenire ad incastro, in modo da non lasciare spazi liberi.
La biancheria intima è un ottimo riempitivo, ma attenzione ai capi più delicati in seta o pizzo: l'ideale sarebbe proteggerli con un sacchetto di tela.
Per favorire le eventuali operazioni di sicurezza (ed evitare che vi devastino il bagaglio), creme e cosmetici vanno inseriti per ultimi, in posizione ben evidente, nelle apposite buste trasparenti.
A valigia finita, prima di chiuderla, è bene posizionare sopra i vestiti un foglietto con il proprio nome, indirizzo e recapito telefonico, ben leggibile: sarà l'ultima ancora di salvezza in caso di smarrimento dell’etichetta esterna.
Ultima indicazione pratica: se state partendo per una destinazione artica e/o soffrite particolarmente il freddo lungo le tratte aeree, potete sempre decidere di fare a meno del bagaglio a mano per indossare fisicamente tutto il suo contenuto: non un paio di pantaloni ma tre (di cui uno corto), non una maglietta ma quattro, e poi tre felpe, due cinture, un giubbotto. La biancheria? Nelle tasche!

Lista anche online - 1

Dieci trucchi per restare al fresco senza aria condizionata

C'è chi ce l'ha e ne abusa, trasformando la casa in una ghiacciaia; chi non ce l'ha e se la sogna di notte, mentre si rigira nel letto cercando l'angolo più fresco di cuscino: l'aria condizionata, croce e delizia della stagione afosa appena iniziata, se non utilizzata con criterio rischia di trasformare le nostre bollette della luce nel conto di un resort a cinque stelle, e di causare un surplus di consumi di energia elettrica. Come rinfrescare la casa utilizzandola il meno possibile? E come sopravvivere al grande caldo se non possediamo un impianto?

Mini-guida per affrontare il grande caldo

1- Abbassate le tapparelle o chiudete le persiane nelle ore più calde del giorno, in modo da creare ombra e riparare la casa dai raggi solari. Durante i picchi d'afa chiudete anche le finestre: può sembrare un controsenso, ma servirà a non far entrare aria umida e pesante in casa. Spalancate i vetri, invece, nelle prime ore del mattino o - sicurezza permettendo - di notte: rinfrescherete le stanze.

2- Dove possibile, montate delle tende o un ombrellone da balcone: tenendole aperte ricaverete un avamposto ombreggiato alle finestre di casa, e nei momenti meno caldi potrete passare qualche ora all'aperto. 

3- Se possedete un piccolo spazio esterno, una terrazza, un balcone o un giardino, specie se sul lato più esposto e assolato della casa, riempitelo di piante e rampicanti, aiuteranno a schermare e assorbire parte del calore.

4- Cercate di non creare ulteriore umidità all'interno della vostra abitazione: fate il bucato e la doccia nelle ore più fresche, per evitare che condensa e vapore peggiorino la situazione.

5- Spegnete tutti gli elettrodomestici che non usate: oltre a consumare energia, riscaldano l'ambiente.

6- Niente phon, forno, luci intense, asciugatrice: fa già molto caldo, non facciamoci del male! Anche a luci spente la casa sarà luminosa fino a tardi, sono le giornate più lunghe dell'anno.

7- Consumate cibi freschi e ricchi d'acqua. Soprattutto, limitate all'essenziale l'utilizzo del piano cottura.

8- Coibentate la vostra abitazione. Se avete un solaio o un sottotetto, isolate le superfici più esposte ai raggi solari.

9- Per le tende da interno, preferite il bianco, che aiuta a riflettere i raggi solari.

10- Se anche con tutti questi accorgimenti non resistete al caldo, optate per un ventilatore portatile o a pale. A parità di utilizzo, un ventilatore portatile consuma circa 15 volte meno di un condizionatore medio.

Per gli irriducibili dell'aria condizionata: accendete l'impianto solo nelle ore più calde e spegnetelo se uscite di casa. Ricordatevi di chiudere le finestre, per mantenere il fresco in casa, e non impostatelo a più di 6 gradi al di sotto della temperatura esterna (la temperatura ideale in casa, secondo il Ministero della Salute, è di 24-25 °C, anche se si usa il condizionatore).

giovedì 12 luglio 2012

Danza classica

La danza classica è una danza d'école (scuola) basata sul principio fondamentale dell'en dehors (in fuori). Utilizzando l'en dehors le gambe devono mostrare al pubblico la loro parte interna e per fare questo la coscia deve ruotare all'esterno di 90° rispetto all'asse del corpo. Si raggiunge più facilmente l'en dehors, che equivale alla rotazione del femore verso l'esterno, stringendo i muscoli che formano la cintura addominale e i glutei e mantenendo la colonna vertebrale eretta.

La testa deve essere in linea sulla stessa verticale dei piedi, in posizione naturale. L'en dehors non è una semplice convenzione, ma è necessario per dare agli arti inferiori del danzatore libertà di movimento in ogni direzione, permettendo alla testa del femore di ruotare liberamente e completamente nel suo acetabolo. La posizione si ottiene dopo anni di studio ed è legata alla conformazione fisica di ogni danzatore. Un buon en dehors si ottiene eseguendo particolari esercizi studiati apposta per ruotare la coscia senza stirare i tendini o strappare i muscoli.

Inoltre è fondamentale la postura del busto, che deve essere sempre eretto e allungato verso l'alto. Le spalle devono essere tenute abbassate e aperte, il collo sostenuto in allungamento; per le scapole esistono almeno due filoni di pensiero: uno le vuole appiattite nella schiena e l'altro le utilizza come delle molle a seconda della dinamica che si vuole imprimere all'evoluzione tecnica. È importante posizionare la linea delle spalle sempre in linea con in fianchi, con i muscoli addominali e glutei contratti; questa posizione, che può sembrare innaturale, è però necessaria a mantenere l'equilibrio del ballerino durante le evoluzioni.

domenica 8 luglio 2012

"Ma Cherie" Dj Antoine - testo

We are gonna dance into the sea
All I want is you, you're ma chérie
Never seen a girl that's so jolie
All I want is you, you're ma chérie
Ma chérie, oh oh oh...

When I look into your eyes
I see rainbows in the skies
Baby, when you're close to me
I know you are ma chérie

Oh, we are gonna dance into the sea
All I want is you, you're ma chérie
Never seen a girl that's so jolie
All I want is you, you're ma chérie
Ma chérie, oh oh oh...

We don't need to run or hide
I'll be there to hold you tight
You and me we are on fire
Ma chérie you're my desire

We are gonna dance into the sea
All I want is you, you're ma chérie
We are gonna dance into the sea
All I want is you, you're ma chérie
Never seen a girl that's so jolie
All I want is you, you're ma chérie
Ma chérie...

I will take you higher [x3]
You're my love, you're ma chérie